Senza rotta e senza cuore: naufragio rosanero

Pubblicato il 18 maggio 2025 alle ore 17:23

Che sollievo: il martirio, il calvario dei tifosi è finito!
Con l’ennesima vomitevole, sconcertante non prestazione stagionale, quello che è stato uno dei più insulsi Palermo degli ultimi 30 anni o più chiude la stagione uscendo battuto dalla Juve Stabia al preliminare playoff, confermandosi in assoluta linea con quanto offerto tutta la stagione, cioè il nulla e lo sconcerto tecnico e di gioco, e risultati più assoluto.

Galassi, tra una cena con Leclerc e un buen retiro sulle Madonie dall’amico stilista siciliano, ci ha di recente “insegnato a vivere” con varie “perle di saggezza da capitano d’impresa”. Galassi ci insegna la differenza tra riscaldare e bruciare, e soprattutto ci insegna che due campionati conclusi al sesto e ottavo posto (soverchiati da neopromosse senza ricchi budget e pretese), senza mai vedere gioco, fame, carattere e cuore in campo, siano stati in realtà “un clamoroso successo”, del quale la proprietà si dice soddisfattissima, perché – aggiunge – i nostri sono campionati difficilissimi e centrare i playoff è un risultato di prestigio, del quale la piazza rosanero a quanto pare sottovaluta la portata!

Così la piazza palermitana, dopo l’ultima nauseante prestazione offerta in quel di Castellammare di Stabia, si gode il meritato riposo dalle ingenti fatiche di stagione.
Ora seguiranno lunghe riflessioni (perché mai si agisce di pancia o per evidenze, aggiungiamo noi), per decidere se l’allenatore più scellerato degli anni 2000 meriti conferma. Il dubbio nasce, visto e considerato che se a Manchester si ritiene questa stagione un successo, coerentemente a questo sentire la guida tecnica in teoria non avrebbe motivo d’essere cambiata.

Andando nel concreto e uscendo da queste ipotesi horror, la piazza esasperata attende una vera e massiccia rivoluzione tecnico-gestionale. Si attende che “in poche ore” venga annunciata la cacciata di Alessio Dionisi, che è stata una delusione inimmaginabile. Si attende che chiunque, nella rosa, abbia fatto male – e sono tanti – venga allontanato da Palermo e dal Palermo, a prescindere dalla sua situazione contrattuale. Si attende che venga finalmente scelta una guida tecnica seria e affidabile, che possa generare nei tifosi la lecita percezione che finalmente si intende fare le cose per il meglio e finirla con le supercazzole da alta dirigenza. E si attende che questa scelta avvenga presto, anche per pianificare con largo anticipo strategie e scelte per il quarto anno consecutivo di B, quale sarà il 2025/26.

Tornando ancora alle lezioni di vita firmate Galassi, costui ci garantisce che noi andremo in A, salvo far intuire in quale decennio o lustro prossimo venturo ciò avverrà, come se l’elemento temporale fosse qualcosa di marginale e insignificante.

Andando quindi a fare un bilancio rapido degli eventi, ciò che resta di questa annata – risultata perfino peggiore della precedente, già stimata orribile – è un clima di profonda disaffezione e crescente freddezza e sfiducia della tifoseria nei confronti della proprietà. Una proprietà, quella anglo-emiratina, che continua a non scendere minimamente né a patti né a costruttivo confronto con l’ambiente in cui opera. Una società fredda, apatica, cattedratica e distante emotivamente da qualsiasi lecita aspettativa o richiesta dell’ambiente Palermo.

Creare un clima positivo e di riconciliazione tra le parti, per l’avvio della prossima stagione, dipenderà esclusivamente da quanto palesemente (o meno) saranno tempestive e verranno considerate efficaci le scelte e l’agire della proprietà. Scelte che dovrebbero toccare quasi ogni aspetto e settore agonistico del Palermo FC targato City Group.

Servirà un approccio più decisionista e interventista, una comunicazione e una dirigenza più presente, chiara e puntuale, meno prolissa e fumosa. Servirà la capacità di correggere gli errori in corsa, senza bruciare ulteriori mesi o stagioni nel grigiore più totale, che un pubblico sempre numeroso, caloroso e fin troppo a lungo comprensivo ha concesso a una proprietà che, ad oggi, sostanzialmente non ha saputo dare a questa piazza la minima gioia o soddisfazione.

Abbiamo assistito sconcertati a tre stagioni terminate senza una esponenziale crescita tecnica e di forza del club sul piano agonistico e dei risultati, che in realtà quest’anno sono stati in costante involuzione. Sono tre stagioni targate CFG che, ad oggi, sono un assoluto fallimento del modello gestionale fin qui proposto.

Il “tango si balla in due”, dice l’avvocato filosofo, ma questo non riguarda solo la questione stadio tra proprietà e Comune, ma anche – e soprattutto – tra società e tifoseria.
Chi deve capire, capisca. E soprattutto agisca, in modo chiaro ed efficace.
Tutto il resto verrà da sé.

Però non si regalino ulteriori stagioni così nauseanti e apatiche a una tifoseria civile e appassionata, che non merita ulteriori prese per i fondelli.

Marco Iona

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