Tra disincanto e speranza: ultima chiamata per crederci ancora

Pubblicato il 8 maggio 2025 alle ore 12:58

Venerdì 9 maggio, penultima di campionato. L’ennesimo campionato, per il terzo anno di fila, più amaro che dolce. Tra inviti alla diserzione degli spalti per raggiunto, irredimibile sdegno e presunto orgoglio rosanero da ribadire contro i nemici ciociari, alla fine riteniamo che ci saranno sempre e comunque i soliti 18/20 mila spettatori di media stagionale.

Quanto al Frosinone, noi consiglieremmo di mettere fine a questa scia di astio e rivalsa nata nella ormai datata finale playoff del 2018, che non ha più ragione di esistere. Non ha ragione di esistere perché il Frosinone, in definitiva, è una squadretta che solo in tempi recenti si è affacciata alla Serie B e, a sporadiche presenze, in Serie A, senza mai riuscire, peraltro, a centrare una salvezza. Riteniamo quindi squalificante, per la nostra (ben altra) storia calcistica, eleggere a “nemico giurato” un club dalla così limitata e risibile tradizione calcistica. Noi passeremmo oltre, derubricando i ciociari a semplici avversari di turno in un nostro ennesimo deludente finale di stagione.

Quanto a noi, Palermo, ormai è tempo di resa dei conti: di singoli, tecnico e proprietà si è detto di tutto e di più, a iosa.

Il punto risicato di vantaggio su Bari e Cesena, unito al fatto di giocare le ultime due gare in casa, ci rende (teoricamente) pienamente artefici del nostro destino, almeno per quanto riguarda la possibilità di accedere alla lotteria dei playoff promozione.

Il Palermo visto fin troppe volte e sconfitto in tre delle ultime quattro uscite non autorizza né sicurezze né fiducia.

I tifosi, di certo, non si aspettano altro che ulteriori delusioni e, se così sarà, la chiusura del campionato costituirà probabilmente un motivo di sollievo per moltissimi.

Però tocca giocare queste due gare con un minimo di sana aspettativa positiva. Ci si aspetta, quanto meno, di vedere Pohjanpalo arrivare in doppia cifra. E poi chissà.

Se alla fine saranno playoff da sesti, settimi o ottavi qualificati — senza troppe illusioni, ma pur sempre con un filo di speranza di fare il miracolo — si vivrà tutto gara per gara, realisti ma speranzosi, finché non si saprà se sarà un epilogo di solo silenzio o un last minute di incontenibile festa in piazza Politeama.

Marco Iona

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