Da tre mesi a questa parte, a Palermo, si aggira un uomo con in mano una torcia: ha i capelli biondi e lo sguardo profondo, sembra un alieno, a dire il vero; catapultato in Sicilia da uno spazio e da un tempo che non sembrano essere i nostri, appare come un corpo estraneo in un mare di mediocrità.
L’uomo dai capelli biondi prova a farsi strada tra i rovi di un sentiero buio che qualcun altro, prima di lui, ha reso impervio.
Riuscirà a imporsi e a dire la sua? Non siamo in grado di dirlo; ma il fatto che sia qui a lottare dalla nostra stessa parte, in qualche modo, ci rincuora e ci scalda.
Vincere, nel calcio, non è tutto, ma è importante, specialmente per chi, questo grande carrozzone, lo osserva da spettatore interessato, che compie numerosi sacrifici — di varia natura — per essere vicino alla squadra del cuore, e che soffre se, sul campo, le cose vanno male.
Per altri che, in questo stesso circo, ci sono dentro da impiegati, invece, una maglia, un gol, una piazza, un gol in più o in meno valgono la stessa cosa.
Non per l’uomo dai capelli biondi, in cui confidiamo in quanto ultimo baluardo davanti a una stagione sciagurata. Lui è diverso, lui vuole il proprio e il nostro bene, e sarà il nostro appiglio in questo naufragio, comunque vada.
Roberto Rizzuto

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