La terza sosta stagionale, dettata dagli impegni internazionali, offre al Palermo una pausa più che necessaria per riflettere sul cammino finora percorso in questo primo segmento di campionato.
Dopo un inizio promettente, caratterizzato da quattro vittorie e altrettanti pareggi nelle prime otto gare, i rosa hanno collezionato tre sconfitte in quattro partite, inanellando una serie negativa spezzata soltanto dal successo maturato ai danni del Pescara lo scorso primo novembre, nel giorno del 125º anniversario del club.
La curva discendente della compagine siciliana ha avuto inizio dopo la sosta di ottobre, analogamente a quanto era successo al Palermo di Corini due anni fa che, dopo un inizio roboante, si avvitò su se stesso proprio a partire dalla seconda metà di ottobre 2023: corsi e ricorsi storici che autorizzano i tifosi rosanero più scaramantici ad adottare tutte le contromisure del caso.
C’è un denominatore comune di mediocrità che, al netto dei numerosi protagonisti che si sono alternati in campo, in panchina e dietro la scrivania nelle stagioni targate City Football Group, accompagna le prestazioni sportive del Palermo: un trend che assume i contorni di un vero e proprio mistero, imperscrutabile dall’esterno, vista la barriera eretta dalla società a protezione dei propri tesserati, che impedisce una corretta analisi delle cause profonde.
La sosta dovrà servire a preparare la full immersion che vedrà il Palermo impegnato in sei gare cruciali, dal 22 novembre al 27 dicembre, prima della sosta di fine anno. Tutti incontri, sulla carta, alla portata della formazione siciliana, a patto che la squadra ritrovi il mordente di inizio stagione e un’organizzazione tattica più funzionale alle caratteristiche dei giocatori in rosa.
Sarà cruciale restare nell’orbita delle prime due posizioni senza perdere troppo terreno, così da poter colmare i gap ad oggi evidenti con un mercato di riparazione oculato e che, a differenza di quello estivo, non lasci buchi in organico in corrispondenza di ruoli cruciali. Il riferimento è, in particolare, alla figura – oggi mancante – di un regista di centrocampo in grado di innescare esterni e trequartisti in modo efficace, così da aiutare le punte a ricevere palloni giocabili in avanti.
Da qui alla fine dell’anno, in attesa dell’apertura della finestra di mercato, è tutto nelle mani di Filippo Inzaghi, che si è sempre detto soddisfatto della rosa a disposizione e di poter contare su venti titolari. Toccherà a lui trarre il massimo da questo gruppo che, con ogni probabilità, almeno con riferimento ad alcuni dei suoi effettivi, è stato sovrastimato in estate.
Roberto Rizzuto
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