Al minuto 87 di Catanzaro-Palermo, sul punteggio di 2-1 per la squadra rosanero, si materializza forse l'immagine più emblematica della partita: un triplice cambio tra le fila dei siciliani, con l'uscita di Pohjanpalo, Brunori e Segre e l'ingresso di Le Douaron, Verre e Ranocchia.
Due dei nuovi entrati, peraltro, impiegano davvero pochissimo tempo a lasciare il segno: un gol (Le Douaron) e un assist (Verre) chiudono di fatto la partita, spegnendo gli ardori e le speranze dei padroni di casa.
Non è però questo il punto. La domanda che sorge spontanea osservando l'avvicendarsi di questi sei giocatori nel finale è: chi, in Serie B, tra le squadre ancora in corsa per la promozione, può permettersi una potenza di fuoco simile? Chi può, sul campo, girarsi e trovarsi accanto compagni di questa qualità? Nessuno.
E se tutto questo, da un lato, fa crescere il rammarico per una stagione che avrebbe potuto (e forse dovuto) prendere una piega migliore già da parecchio tempo, dall'altro quasi obbliga a guardare al futuro con la fiducia dei forti. Perché forte, oggi, è il Palermo. La squadra che nessuno vorrà trovarsi di fronte ai playoff, ma con cui tutti dovranno fare i conti.
Serafino Maniscalco
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