Tra l’Iperuranio e la Serie B: il Palermo cerca la sua verità a Catanzaro

Pubblicato il 26 aprile 2025 alle ore 17:53

Torna finalmente il campionato. Dopo una pausa forzata, mal digerita, ma comunque dovuta. Domani si gioca a Catanzaro, un campo non facile. Per nessuno quest’anno, per noi da sempre.

E, anche oggi, come spesso ci è accaduto in questa stagione, non abbiamo la più pallida idea di come approcciarci a questo impegno. Questi mesi hanno minato la fiducia in noi stessi, ma soprattutto quella nei nostri ragazzi. Senza considerare, ovviamente, la forzata convivenza (a questo punto, probabilmente reciproca) con il nostro tecnico.

Così, quel concetto di anima trainata come una biga da due cavalli, tanto caro al vecchio Platone, mai come adesso ci calza a pennello. Da un lato, il nostro cavallo bianco si aggrappa ai risultati delle altre: il Bari che perde in casa, lo Spezia che sembra essersi avvitato su sé stesso, tenuto a galla solo dal grande talento dei fratelli Esposito. Dall’altro, il cavallo nero si aggrappa al realismo di un’esperienza ormai pluriennale che suggerisce, diabolico, alle orecchie: «Non ci credi nemmeno tu, questa squadra ha sempre mancato gli appuntamenti importanti, perché adesso dovrebbe cambiare qualcosa?».

Così ci trasciniamo stancamente verso questa partita, logorati ancor di più da questa attesa che è diventata più lunga del solito. Stritolati dalla morsa di queste due parti di anima, non facciamo altro che passare da un velato ottimismo a un profondo pessimismo, ininterrottamente. Fino a quando non ci si arrende al fatto che non si possa controllare null’altro che il pagamento fatto a Dazn per vedere la Serie B.

Tanto vale non stressarsi troppo e godersi quello che arriva. Se non si vince a Catanzaro, domani, cambierà poco. E tanto, allo stesso tempo. Perché è vero che il Palermo rimarrebbe all’interno della griglia playoff, ma è anche vero che non darebbe l’impressione di aver iniziato quella cavalcata in pompa magna che servirebbe per compiere il miracolo.

Che gli Dei dell’Iperuranio proteggano Brunori e compagni. Che tanto quelli nordici sono già dalla parte giusta.

Serafino Maniscalco

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