Alla vigilia di Palermo-Bari, gara valida per la quarta giornata di Serie B in programma domani sera al Renzo Barbera, Filippo Inzaghi ha presentato la sfida in conferenza stampa.
«Le statistiche dicono che Caserta ha vinto più volte al Barbera – ha esordito il tecnico rosanero – ma per noi deve essere solo uno stimolo in più. Questa squadra deve abituarsi a sfatare i tabù, l’abbiamo già fatto a Bolzano. Domani sarà una partita complicata, il Bari ha meno punti di quanti meriterebbe, ma siamo carichi e consapevoli della nostra forza».
Il tecnico ha sottolineato ancora una volta l’importanza del legame con la tifoseria: «125 mila spettatori nelle prime gare al Barbera sono un dato straordinario. Ora tocca a noi riconquistare sul campo la fiducia che ci è stata data a scatola chiusa. Mi auguro che domani i tifosi abbiano pazienza, perché servirà lucidità e compattezza per avere la meglio».
Sul fronte formazione, Inzaghi ha preferito non sbilanciarsi: «Ho 23 giocatori che considero tutti titolari. A volte i più forti li tengo per gli ultimi 30 minuti, perché nel calcio moderno si gioca in due tempi: fino al 60’ e fino al 90’. Chi parte dalla panchina spesso decide le partite».
Spazio anche agli aggiornamenti dall’infermeria: «Diakité si è allenato oggi per la prima volta dopo i problemi avuti a Bolzano, è recuperato ma valuterò se farlo partire dall’inizio. A Bolzano ha dimostrato un grande spirito di sacrificio, è un esempio per tutti».
Sulla gestione di giocatori simbolo come Brunori e Palumbo, inizialmente lasciati fuori contro il Südtirol, Inzaghi è stato netto: «Qui non ci sono intoccabili. Voglio che tutti si sentano importanti e che dimostrino in campo di meritare la titolarità. È questo lo spirito che può farci fare il salto di qualità».
Infine, un pensiero commosso per Totò Schillaci, a un anno dalla sua scomparsa: «Era il mio idolo a Italia ’90. Ho avuto la fortuna di conoscerlo e condividere iniziative benefiche con lui. Mi sarebbe piaciuto che vedesse me allenatore del Palermo. Porto nel cuore il suo ricordo e sono vicino alla famiglia».
Redazione
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