È tutto un altro andare, il Palermo inzaghino! Si potrà anche soffrire in certi momenti, sbuffare perché non si cerca subito un raddoppio o arriva prima un cambio, ma questo Palermo è incontestabilmente tutt’altra musica rispetto ai disastri corino-dionisiaci.
Personalità, sacrificio, pressing, pazienza e una netta sensazione di non avere più quei vuoti mentali e di concentrazione che negli scorsi campionati non ci mettevano al sicuro nemmeno nelle situazioni di doppio vantaggio.
Il Südtirol è una squadra determinata e rognosa come il suo allenatore Castori, e non saranno molte le squadre che faranno punti a Bolzano.
Il Palermo però lo ha fatto e, al netto di qualche momento in cui si temeva la beffa, va segnalato che Joronen non ha dovuto compiere nessun intervento fuori dall’ordinaria amministrazione. Prova questa della solidità gestionale del Palermo di quest’annata, o almeno di questo inizio.
A Bolzano decide una doppietta di Pohjanpalo, e chi altri? Un gol per tempo: uno all’inizio della prima frazione, l’altro quasi a fine partita, a mo’ di sentenza definitiva.
Nella partita odierna Inzaghi preferisce Le Douaron a Brunori, che alla fine non ha giocato nemmeno un minuto. Una partita generosa e complessivamente positiva, in cui ha spizzato di testa l’assist per il primo gol rosanero, fatto tanto movimento e sprecato probabilmente un paio di buone occasioni. Per il resto, buona gara di tutti, con Segre che ha giganteggiato nella ripresa e poi l’ingresso nel finale di Palumbo — che attendiamo presto titolare — autore di un’azione da grande giocatore qual crediamo sia, e che ha propiziato il gol finale e la doppietta della letale punta finlandese, il nostro “Haaland”.
Sensazioni positive, insomma, anche dalle prestazioni dei vari Peda, Pierozzi, Bani, Ceccaroni, Augello e così via.
Inzaghi sa tenere alta l’attenzione e la garra della squadra, che ancora dovrà salire di giri e intensità, perché il gioco di Inzaghi questo chiede e perché, in generale, il Palermo non è una squadra di fini palleggiatori che possano gestire troppo a lungo il possesso palla.
Pressing, corsa, verticalità, gioco sulle fasce, ripartenze e sostegno corale nella costruzione dell’azione sono prerogative basilari nei desiderata di mister Pippo.
Da un altro Pippo, Ranocchia, si attende ancora molto di più, ma anche nel suo caso si è vista una prestazione più attenta, seppur ancora priva di quelle iniziative e della personalità in chiave offensiva che ci si aspetta dai suoi piedi.
Siamo certi che Inzaghi saprà elevarne ancora gli standard, anche perché quest’anno non si deve aspettare nessuno e le alternative non mancano, Palumbo in primis.
Dopo tre giornate il Palermo si trova in testa alla classifica con Modena, Cesena e Frosinone, ed essere primi — fosse anche solo per una volta — nei tre anni precedenti di B, sostanzialmente, non era mai accaduto. Un piccolo segnale di discontinuità con il passato recente c’è già stato.
Alla prossima: venerdì sera, 19 settembre, arriverà il Bari al Barbera, che siamo certi presenterà un’altra serata con spalti gremiti e grande aspettativa per un altro risultato pieno.
Non resta che attendere e andare, ma le sensazioni sono molto positive.
Marco Iona
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