Multiproprietà nel calcio europeo: il caso Drogheda riaccende il dibattito sui conflitti d’interesse

Pubblicato il 3 giugno 2025 alle ore 18:48

La crescente diffusione delle multiproprietà nel calcio europeo torna sotto i riflettori con il recente caso che coinvolge il Drogheda United.

Il club irlandese ha infatti confermato di essere in contatto con la Uefa in merito a una questione regolamentare sollevata dopo la qualificazione del Silkeborg IF ai turni preliminari della prossima Conference League.

Entrambe le squadre fanno capo alla Trivela Group, e la partecipazione simultanea alle competizioni europee da parte di club con lo stesso proprietario è soggetta a una stretta vigilanza da parte dell’organo di governo del calcio continentale.

Il regolamento Uefa vieta la partecipazione di più club controllati dallo stesso gruppo a competizioni europee, per evitare conflitti d’interesse e garantire l’integrità sportiva. Tuttavia, la prassi recente ha dimostrato come le maglie del regolamento possano essere, in alcuni casi, interpretate con maggiore flessibilità.

Emblematico in tal senso è quanto accaduto nella stagione 2024/2025, quando sia il Manchester City che il Girona – entrambi legati al City Football Group (CFG) – sono stati ammessi alla fase a gironi della Champions League. La decisione è arrivata dopo una revisione da parte della Uefa, che ha ritenuto sufficientemente limitata la quota di partecipazione del CFG nel club spagnolo. Una scelta che ha sollevato dubbi e polemiche, alimentando il dibattito sull’equilibrio tra investimenti globali e trasparenza competitiva.

Un tema che, se oggi riguarda club come Drogheda, Silkeborg, Girona e Manchester City, potrebbe domani toccare anche il Palermo. Il club rosanero, infatti, fa parte anch’esso della galassia del City Football Group. Se nei prossimi anni dovesse centrare la qualificazione a una competizione europea, lo scenario attuale suggerisce che eventuali incroci con altri club CFG potrebbero sollevare interrogativi simili a quelli in corso.

Per ora, la questione resta aperta. Il Drogheda United ha assicurato che continuerà a collaborare con la Uefa, mantenendo la riservatezza del procedimento, ma garantendo massima trasparenza quando vi saranno sviluppi.

Nel frattempo, per i tifosi del Palermo, la vicenda rappresenta un segnale da non sottovalutare: l’ingresso nelle coppe europee non è solo una questione di campo, ma anche di incastri societari. E le regole della multiproprietà potrebbero rivelarsi un ostacolo tanto invisibile quanto determinante.

Roberto Rizzuto

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