Errori, apatia e blackout: il Palermo si scioglie ancora

Pubblicato il 2 maggio 2025 alle ore 13:21

"Senza se e senza ma", a proposito dell’esigenza indifferibile dei tre punti. Così avevamo scritto, su queste pagine, nell’articolo di presentazione di Palermo-Sudtirol. Purtroppo, però, quando si commentano le vicende rosanero, non si fa in tempo a tirare un sospiro di sollievo – come nel caso della vittoria di Catanzaro – che subito si ripiomba nella devastante attitudine indolente e suicida di questa squadra, assolutamente allergica alla continuità di risultati.

I segnali di una giornata indigesta sono stati evidenti sin da subito, a partire dalle scelte di Dionisi, che si inventa Di Mariano titolare nel ruolo di presunto terzino destro. Un Di Mariano sontuosamente inadeguato in tutte le fasi di gioco, spesso soverchiato fisicamente dagli avversari, che lo asfaltano con irrisoria facilità. Di lui si ricordano solo un buon cross nella prima frazione di gioco e uno nella seconda, poco prima di essere sostituito, senza ricevere mezzo applauso dagli spalti.

La giornata estiva e il gran caldo percepito avrebbero dovuto favorire i padroni di casa; invece, a correre, pressare e giocare con la giusta veemenza agonistica era la squadra della “fredda” Bolzano.

Il Palermo ha iniziato con un approccio lento e svogliato. Poi, superato il 20’, si è ridestato e ha disputato un buon primo tempo, nel quale sono apparsi più in palla di altri Lund, Ceccaroni e Pohjanpalo (suo l’assist bellissimo per l’altrettanto splendida rete di Ceccaroni, poi uscito per infortunio).

Nella ripresa, però, il Palermo tornato in campo è stato quello troppe volte visto in stagione: lento, svogliato, poco applicato. Il Sudtirol ha impiegato pochi minuti per riportare il punteggio in equilibrio con Barreca e poi ha iniziato a creare pericoli in serie, fino al rigore decisivo – dubbio, a dire il vero – realizzato da Gori, senza che il Palermo intuisse la minaccia o abbozzasse una minima reazione degna di tale nome.

La catena di destra, dove “agiva” Di Mariano, sostanzialmente non è mai esistita, e ben presto Dionisi ha inserito Vasic e Pierozzi, poi Nikolaou per l’infortunato Ceccaroni, e infine, nei minuti finali, anche Di Francesco e Le Douaron.

Il Palermo, nella ripresa, non è praticamente mai esistito. Pohjanpalo, mai servito in tutta la partita, si è progressivamente spento, stanco e sfiduciato. Brunori ha offerto una prestazione totalmente evanescente rispetto a quella di Catanzaro, e continua a non comprendersi il motivo per cui debba essere utilizzato da trequartista esterno piuttosto che nel suo ruolo naturale di punta. Non è rapido nello stretto né particolarmente abile nel dribbling, e in quella posizione servirebbe proprio la capacità di creare superiorità saltando l’uomo, cosa che gli riesce solo sporadicamente.

In generale, credere in questo Palermo in ottica playoff è arduo. Con il Sudtirol, oltre alla settima sconfitta interna, si è bruciato un mezzo match point per blindare almeno il sesto posto. La Juve Stabia, battendo il Catanzaro, vola a +5 sul Palermo e sugli stessi calabresi, blindando probabilmente in modo definitivo il quinto posto. Ma a questo punto fare tabelle o previsioni per le restanti sfide è stucchevole: il Palermo non merita fiducia, ammettiamolo.

Questa squadra, per tutta la stagione, è stata costante solo nel deludere e nel fallire sistematicamente ogni esame di maturità che potesse autorizzare un definitivo cambio di passo e una crescita mentale che facessero ben sperare.

Le scelte sbagliate di Dionisi, da Vasic a Di Mariano, unite alla debolezza mentale del gruppo squadra – capace di tutto e del suo esatto contrario – lasciano i tifosi con l’amara consapevolezza che questo Palermo, nel suo insieme, non pare affidabile né in grado di offrire solide chance di promozione in vista dei prossimi playoff di fine stagione.

Sognare che una volta lì si veda un Palermo solido e cinico è un puro esercizio di fede. E nel calcio, si sa, tutto può accadere. La fede è cieca, e se questo gruppo ci smentisse, la gioia collettiva sarebbe di proporzioni titaniche. Ma, dovendoci attenere alla realtà dei fatti, ciò che si vede non fare a questa squadra può oggettivamente lasciare speranzosi solo ipovedenti e irriducibili sognatori.

Marco Iona

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