Il ragazzo è cresciuto e adesso è diventato uomo. Giacomo Corona è più di un figlio d'arte: è un prodotto del vivaio rosanero, che il club ha coltivato con cura, facendolo maturare prima nelle formazioni Primavera di Torino ed Empoli e poi a Pontedera, dove, nella sua prima stagione tra i professionisti nel girone B della Serie C, lo scorso anno, ha raggiunto la doppia cifra.
Tornato a Palermo dopo l'esperienza in Toscana, è stato blindato da Filippo Inzaghi, nel frattempo approdato sulla panchina rosanero. Il nuovo mister ha voluto valutare Jack durante il ritiro, giungendo alla conclusione che il centravanti ventunenne è pronto per fare il salto e dimostrare le proprie qualità con addosso la maglia della città che gli ha dato i natali.
Nelle uscite precampionato, Corona ha impressionato per le sue qualità tecniche e realizzative, ma forse ancora di più per la personalità mostrata, anche in occasione della sfida contro i marziani del Manchester City dello scorso 9 agosto, tanto da indurre il tecnico dei Citizens, Pep Guardiola, a intrattenersi con lui a fine partita per una chiacchierata che è parsa una sorta di consacrazione.
Le sirene di mercato – tra cui quelle relative a un forte interessamento nei suoi confronti da parte della Reggiana – sono ormai un ricordo lontano. «I giovani forti restano con noi», aveva assicurato Inzaghi, e così finora è stato. Il mercato, certo, è imprevedibile e, con ancora una settimana abbondante prima del gong del primo settembre, tutto è possibile. Da qui ad allora, però, ci saranno due partite contro Reggiana e Frosinone, nelle quali Corona, verosimilmente entrando dalla panchina, avrà la possibilità di mostrare le sue doti e confermare che la fiducia riposta in lui è ben meritata.
Roberto Rizzuto
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