La vittoria del Palermo a Cremona, nel debutto stagionale in Coppa Italia, ha il sapore di quei piatti che, lasciati riposare, acquistano intensità il giorno successivo. Non è un traguardo che segnerà la stagione, ma un segnale: la squadra di Inzaghi ha retto con personalità e compattezza sul campo di un avversario di categoria superiore, meritando ai punti un successo che alimenta fiducia in vista del campionato di Serie B.
Il verdetto è arrivato soltanto ai calci di rigore: 5-4 il risultato finale, con Bardi protagonista della parata decisiva su Johnsen. Per il portiere, presentatosi come vice in attesa di un nuovo arrivo sul mercato, è stata una serata di ordinaria amministrazione nei tempi regolamentari, culminata con un intervento che ha consegnato ai rosanero il passaggio del turno.
La squadra, priva di Gomis, Magnani, Gomes e Di Francesco, oltre a Vasic squalificato, ha mostrato solidità e ordine tattico. Non un calcio brillante, ma una prestazione pragmatica, in cui la fase difensiva ha concesso poco o nulla. L’impatto di Bani è già quello di un leader, affidabili anche Ceccaroni e Diakité, subentrato con sicurezza allo sfortunato Peda, costretto al cambio per un infortunio al ginocchio.
Sulla corsia di sinistra Augello ha offerto la prova più convincente, incisivo sia in fase di spinta che in copertura. In mediana Segre ha confermato il suo consueto dinamismo, mentre Ranocchia fatica ancora a imporsi nel ruolo di regista. In avanti, Pohjanpalo è apparso in ritardo di condizione, con Palumbo e Corona più brillanti dopo l’ingresso dalla panchina.
Nel complesso, un Palermo ordinato e competitivo, che a una settimana dall’esordio in campionato contro la Reggiana al “Barbera” offre motivi di ottimismo. Restano tuttavia margini di intervento sul mercato — la chiusura è fissata al 1° settembre — per garantire a Inzaghi alternative all’altezza e una rosa capace di sostenere l’obiettivo dichiarato: lottare subito per il vertice della Serie B.
Roberto Rizzuto

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